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Ceuta: Racconto di viaggio sulla nostra “piccola” deviazione alla scoperta di Ceuta, un piccolo pezzo di Spagna nel Marocco, e della frontiera più caotica del mondo.
Siamo a Tangeri.
Precisamente nella nostra stanza del Fredj Hotel.
Mentre prepariamo le cose da caricare nella Panda rossa presa a noleggio in aeroporto, mi metto un po’ a studiare la cartina per capire quale strada dobbiamo percorrere per raggiungere Chefchaouen, la prossima destinazione del nostro viaggio.
“Cinzia, che ne dici se invece di andare dirette a Chefchaouen prendiamo la strada panoramica lungo la costa e facciamo una piccola deviazione per Ceuta?”.
Cinzia: “Mi sembra proprio un’ottima idea!”.
Faccio subito un po’ di spoiler. Non è stata affatto una piccola deviazione. Ma sicuramente un’ottima idea lo è stata.
Ceuta è un minuscolo pezzettino di Spagna nel Marocco.
In termini più tecnici, Ceuta è un’enclave spagnola circondata dal Marocco.
Nella nostra mente utopistica facciamo la strada panoramica, passiamo per Ceuta, ci facciamo due tapas e una cerveza, e arriviamo a Chefchaouen prima che faccia buio.
Nella realtà dei fatti non è andata per niente così.
Entrare a Ceuta (e soprattutto uscirne) non è affatto impresa facile!
Ma noi questo lo abbiamo scoperto solo successivamente.
Ancora ignare di quello che ci avrebbe atteso a Ceuta, ci prepariamo al nostro viaggio on the road.
LA STRADA PANORAMICA PER CEUTA.
Non abbiamo il navigatore, per cui prima di lasciare il Wi-Fi dell’hotel ci scarichiamo la cartine sul telefono e, armate di un basso segnale GPS e di caricabatterie portatili, saliamo in macchina.
Ci mettiamo in viaggio. Io e la mia amica Cinzia ci sentiamo molto Thelma & Louise (senza la parte dell’omicidio e del suicidio nel burrone).
L’idea di esplorare il nostro amato Marocco in macchina e in totale libertà ci emoziona tantissimo.
La strada panoramica lungo la costa è veramente stupenda.
Durante quasi tutto il viaggio scorgiamo la costa spagnola dall’altra parte dello stretto di Gibilterra.
La strada è un susseguirsi di scorci panoramici su coste e promontori lungo tortuose strade di montagna.
A circa 50 km da Tangeri la strada ci mette un po’ di confusione. Siamo nei pressi del Tanger Med, l’enorme porto per navi container e traghetti. Qui non dico che fatica che abbiamo fatto per riconoscere la strada giusta da prendere!
A un certo punto ci hanno persino fermato e chiesto il biglietto della nave. Bene, a quanto pare abbiamo preso la strada per imbarcarci su un traghetto. Chiarito che non abbiamo intenzione di prendere nessun traghetto, procediamo finalmente verso la strada giusta per Ceuta.
Qualche kilometro più avanti scorgiamo la montagna del Jebel Musa, una delle due antiche Colonne d’Ercole.
L’altra è la Rocca di Gibilterra, situata oltremare sulla costa europea.
Secondo la mitologia, Ercole in una delle sue dodici fatiche separò un monte in due parti (appunto le due Colonne d’Ercole) che costituivano il limite invalicabile del mondo allora conosciuto.
Ormai manca poco per arrivare a Ceuta.
Se a un certo punto vedi dei cartelli per Sebta non ti preoccupare, non stai sbagliando strada. Sebta è infatti il nome arabo di Ceuta.
L’ARRIVO A CEUTA.
Eccoci, siamo finalmente quasi arrivate a Ceuta.
Manca solo 1 kilometro.
Io sto morendo di fame e non vedo l’ora di sedermi a un tavolo e ordinare tantissime tapas e un bicchiere di vino tinto.
Ma a un certo punto ecco l’immagine che frantuma il bicchiere di vino del mio sogno.
Di fronte a noi il caos più totale.
Una fila di macchine interminabile. Il suono continuo del clacson. Gente ovunque. Marocchini che ti mollano il foglio di immigrazione.
Capiamo che non è assolutamente fattibile entrare a Ceuta in macchina. Anche perché essendo un’auto a noleggio non è neanche assicurata all’estero. E già perché continuiamo a dimenticare che entrare a Ceuta vuol dire varcare un confine internazionale. O per meglio dire, entrare proprio in un altro continente!
Lasciamo il caos e torniamo indietro per cercare parcheggio, oltre una lunga recinzione che separa Ceuta dal Marocco.
Per entrare a Ceuta ci aiutano le persone del posto. Che aiutano però in cambio di soldi. Non siamo sicure che la cosa sia propriamente legale ma al momento non riusciamo a trovare alternativa migliore.
Seguendo le istruzioni dei locali scendiamo per un ripido percorso sterrato e ci ritroviamo a passare oltre una fenditura della recinzione (e un’altra volta ho dei dubbi sulla legalità delle nostre azioni).
Continuando a spargere dirham a destra e sinistra, ci ritroviamo in testa alla fila non sapendo neanche come.
Dobbiamo passare attraverso diversi controlli. Modulo di immigrazione, timbro di uscita dal Marocco, controllo passaporti.
Ci hanno anche rimandato indietro perché a quanto pare nel percorso abbiamo saltato uno dei controlli.
Pare che non esista un sistema ben preciso di gestione di file e il caos regna sovrano.
Ma finalmente ce la facciamo. Abbiamo varcato il confine! Siamo finalmente in Spagna!
Prendiamo un bus che ci porta al centro di Ceuta e ci sembra di entrare in un’altra dimensione. Ci lasciamo alle spalle il caos indescrivibile dell’immigrazione ed entriamo in un mondo pieno di ordine.
Le strade sono pulite e ordinate, lo stile architettonico degli edifici è tipico europeo, l’atmosfera è tranquilla e pacifica, l’aria è decisamente familiare.
Ed ecco che tutti parlano spagnolo. Ma spagnolo spagnolo!
Entrare a Ceuta dal Marocco è veramente un’esperienza incredibile che ti regala un mondo di sensazioni.
COSA VEDERE A CEUTA.
Varcato il confine il mio unico pensiero è cibo, tapas, vino.
Ma di tapas neanche l’ombra, solo porte in faccia.
Purtroppo l’ora di pranzo è passata da un pezzo, persino in Spagna!
Finché troviamo lui, Mesón Pacho, il nostro angelo della salvezza. L’unico ristorante che non ci chiude la porta in faccia e che ci fa l’enorme eccezione (e favore) di accoglierci.
La cucina è chiusa però possiamo ordinare le cose del menù che non richiedono l’uso della cucina.
Ci va bene qualsiasi cosa, basta che mangiamo. Ci ordiniamo un po’ di tapas fredde e finalmente il nostro tanto desiderato bicchiere di vino rosso.
Con lo stomaco pieno riesco finalmente a ragionare. Ringraziamo tantissimo il cameriere e siamo pronte ad andare alla scoperta di Ceuta!
PLAZA DE LOS REYES.
Iniziamo il nostro giro di Ceuta da Plaza de los Reyes.
La piazza deve il suo nome alle statue dei re San Fernando e San Hermenegildo che adornavano la Puerta del Hospital Real. La porta originale fu distrutta durante la Seconda Repubblica e al suo posto oggi troviamo una replica.
A Plaza de los Reyes si trova anche la Iglesia de San Francisco, una chiesa dalla facciata gialla, colore che ritroviamo spesso sugli edifici di Ceuta.
CASA DE LOS DRAGONES.
All’angolo di Plaza de los Reyes troviamo un edificio particolarissimo pieno di decorazioni: la Casa de los Dragones.
Probabilmente si tratta del palazzo più noto di Ceuta e la sua particolarità è costituita proprio dalle statue dei draghi che danno il nome alla casa.
PASEO DEL REVELLÍN.
Passeggiamo ora sul Paseo del Revellín, la strada principale dello shopping.
Non sono sicura cosa rappresentino quelle decorazioni che ricordano un po’ quelle natalizie ma sicuramente danno un tocco particolare a questa adorabile stradina.
PLAZA DE LA CONSTITUCIÓN.
Il Paseo del Revellín termina nella bella Plaza de la Constitución.
La tipa mezza nuda di bronzo che ci fa ciao con la mano è la dea Calipso che, come racconta l’Odissea, salvò la vita a Ulisse dopo esser naufragato nella leggendaria isola di Ogigia situata in prossimità delle Colonne d’Ercole e se ne innamorò.
La statua è stata collocata a Plaza de la Constitución solamente nel 2017 ed è stata accolta con grande entusiasmo dalla città in quanto elemento che rafforza l’identità storica e culturale di Ceuta.
Ma Calipso non è l’unica statua di Plaza de la Constitución.
Poco più avanti incontriamo infatti le sei statue allegoriche che rappresentano la Pace, l’Africa, l’Industria, le Arti, il Commercio e il Lavoro.
Da questo punto della piazza si trova anche un bel punto panoramico sul porto di Ceuta.
Ma ecco che finalmente incontriamo lui! Il nostro amico Ercolino che separa con fatica le sue Colonne.
PLAZA DE AFRICA.
Costeggiamo il porto lungo il Paseo de las Palmeras e arriviamo a Plaza de Africa, un’altra piazza importante di Ceuta.
Qui si trovano diversi edifici tra cui la Catedral de Nuestra Señora de la Asunción che sorge sul luogo dove, prima della conquista di Ceuta da parte dei portoghesi nel 1415, si trovava la Grande Moschea della città.
L’altra chiesa che si scorge sulla piazza è il Santuario de Nuestra Señora de África, dedicato alla patrona di Ceuta.
Girando ancora per la piazza troviamo il Palacio de la Asamblea con il suo orologio.
Al centro della piazza si trova un monumento dedicato ai caduti della Guerra d’Africa del 1860.
MURA REALI.
Eccoci alla nostra ultima tappa prima di salutare Ceuta.
Ci troviamo alle Mura Reali, costruite nel 957 per proteggere la penisola di Almina, dove un tempo si trovava la città vecchia, durante il periodo della dominazione araba.
Dopo la conquista portoghese del 1415, le mura furono ampliate e rinforzate e ricostruite nuovamente dopo l’arrivo degli spagnoli.
Oggi le Mura Reali ospitano un museo adibito a mostre temporanee di arte.
LA FATICOSA USCITA DA CEUTA.
Salutiamo Ceuta e prendiamo l’autobus per tornare alla tanto temuta frontiera.
Mai avremmo pensato che uscire da Ceuta sarebbe stato ancora più difficile che entrare.
Quello che troviamo di fronte ai nostri occhi è incredibile.
Cancelli chiusi. Una massa infinita di gente appiccicata alla rete che separa Ceuta dal Marocco.
I militari posti alla sorveglianza ogni tanto aprono il cancello per far passare qualcuno e un flusso infinito di gente cerca di intrufolarsi per uscire.
Mi avvicino al cancello e in francese chiedo al militare come fare per uscire. Il militare mi urla in spagnolo dicendo che non parla francese.
Molto bene. Capiamo che il francese non è l’approccio giusto. Proviamo questa volta in spagnolo. Mi manda verso un altro cancello protetto da un altro militare.
Il militare in questione urla “ANIMALES” alla folla di gente incollata alla rete.
Comincio a pensare che non uscirò mai da lì e inizio ad immaginare come sarebbe la mia vita a Ceuta.
A un certo punto il militare grida: “Da adesso sono io che decido chi esce e chi non” e inizia a indicare qualcuno (credo a caso).
Fortunatamente vedo il dito puntare verso di me. Acchiappo di corsa la mano di Cinzia e finalmente riusciamo a passare per il cancello.
Facciamo nuovamente file infinite senza senso per controllo passaporto, timbro di ingresso in Marocco, e altre strane formalità.
Siamo finalmente al nostro parcheggio.
Che fatica! Altro che Ercole con le sue colonnine!
Ormai si è fatto buio e osserviamo dall’alto la follia della frontiera di Ceuta.
Mi sembra abbastanza scontato dire che la disperazione del momento non mi ha lasciato spazio o modo per fare foto o quant’altro durante il passaggio della frontiera. Ma a incubo terminato sono riuscita a strappare questo video dall’alto per farti capire almeno in parte la confusione colossale che pervade questo posto.
IN VIAGGIO VERSO CHEFCHAOUEN.
Entrare ed uscire da Ceuta è stato difficile, snervante e forse anche un po’ comico. Ogni nostro piano per arrivare a Chefchaouen prima che facesse buio è miseramente fallito.
Ma la nostra piccola deviazione per Ceuta è stata una parentesi divertente e inaspettata del nostro viaggio in Marocco che ricorderemo per sempre.
E credo che sia proprio l’imprevedibile a rendere ogni viaggio unico e straordinario.
Entriamo finalmente in macchina.
Accendiamo la radio ma non c’è segnale. Però c’è lei, che prende sempre, comunque, dovunque e quantunque.
Stanche ma felici ci mettiamo in viaggio verso Chefchaouen dove ci aspetta un’altra magica avventura. Questa volta però senza nessuna deviazione.
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bel racconto, grazie!
Ciao Nicola! Grazie mille a te 🙂
ciao !! radiomaria mi ha fatto tanto ridere….ovunque si sente !! ma dammi un consiglio….sto per andarci in camper arrivando da Algeciras…ma vista la battaglia per entrare e uscire da Ceuta…per qualche € in più…conviene attraccare direttamente a Tangeri ?? ciao e grazie
Ciao Ferruccio! Grazie per il tuo commento 🙂
La battaglia per entrare e uscire da Ceuta la fai comunque 😀
Da Tangeri devi passare dal territorio marocchino a quello spagnolo per entrare a Ceuta, tu dove pensavi di attraccare inizialmente?
Ciao ! Grazie per la risposta. Mi sono espresso male però…io Ceuta l’avrei passata solo come porto di sbarco da Algeciras per proseguire subito verso il Marocco centrale e meridionale fino al confine col Sahara Occidentale. Non avevo intenzione di visitarla (perlomeno all’andata) come voi due. Quindi, vista la battaglia che avete fatto voi per entrare e uscire…mi chiedevo se alla fine non fosse meglio sbarcare a Tangeri e ripartire da Tangeri….pagando, mi sembra di aver capito, qualche € in più per il biglietto della nave… Grazie se avrai tempo di rispondere, i vostri consigli sono preziosissimi ! Ciao e buon Natale !!
Sì fai così, Ceuta diciamo non è molto pratica! Vai e torna da Tangeri, e se hai tempo fai una gita a Ceuta in giornata 🙂
Buone feste anche a te 🙂